venerdì 22 marzo 2013

Architettura Parametrica | Padiglione Philips


L'esposizione di Bruxelles ebbe luogo tra il 17 Aprile e il 19 Ottobre 1958 e vide la partecipazione di 43 paesi con un'area totale occupata di ben 200 ha.
La compagnia Danese Philips, incaricò Le Corbusier di progettare un padiglione che mostrasse le innovazioni tecnologiche nel campo della luce e del suono.
Le Corbusier formò un eterogeneo gruppo di collaboratori, che includeva l'ingegnere e musicista Iannis Xenakis, per realizzare un padiglione che fosse un luogo perfetto per proiezioni e spettacoli audiovisivi.

Il "Poema Elettronico", elaborato lo stesso anno da Le Corbusier come un esempio di totale integrazione tra tutte le arti, fu concepito come un'esperienza multisensoriale per i visitatori del Padiglione Philips.
Questo lavoro includeva musiche di Varèse e Xenakis e la proiezioni di immagini sui muri interni dell'edificio che ripercorrevano tappe importanti della storia umana.
Seguendo il progetto di Xenakis, che sin dal 1948 lavorava nello studio di Le Corbusier come ingegnere strutturale, il suono avrebbe seguito gli spettatori durante tutta la visita al Padiglione, con una maggiore o minore intensità o una diversa direzione, in modo da dare agli spettatori una diversa percezione spaziale dello spazio in cui si trovavano grazie ad esso.
Basandosi sui suoi esperimenti nella composizione "Metastasi", creata tra il 1953 e il 1954, Xenakis elaborò una musica caratterizzata da continue variazioni, ricavate attraverso "toni intermedi" (cosiddetti glissatti).

Seguendo lo schema di una curva disegnata da Le Corbusier, con entrata e uscita su entrambi i lati, Xenakis propose l'uso di 8 superfici sviluppabili prodotte dal movimento nello spazio di una linea retta come generatrice geometrica. Tramite l'uso di pannelli prefabbricati in cemento si sarebbe ottenuto il rivestimento di tali superfici, che avrebbero occupato un totale di circa 500 mq.
Al piano terra possono essere facilmente riconoscibili i tre ambienti principali che compongo il percorso: l'entrata e i locali tecnici, la grande sala per il pubblico e l'uscita.


Il disegno qui sopra, chiamato "Croquis n°11" esprime il processo generativo ideato da Xenakis per comporre la forma del Padiglione.
Secondo la descrizione fatta dallo stesso progettista, questo disegno rappresenta quattro figure originate da un cono. Abbiamo il volume conico "E", il giunto "L" e la superficie generata dalla relazione tra questi due (A/D); ci sono inoltre due paraboloidi iperbolici (G/K) e in ultimo, due triangoli vuoti che rappresentano gli accessi al padiglione.
I paraboloidi iperbolici furono pensati per semplificare le componenti strutturali e allo stesso tempo dare all'edificio una forma esile e brillante.
Nella sua incarnazione finale, le forme coniche A, D e E furono sostituite con paraboloidi iperbolici in modo tale da poterne aggiungere altri 4, rispettivamente chiamati B, N, F, e C. Per far ciò fu necessario aumentare la differenza di altezza tra i vertici, tanto che il primo fu portato ad un'altezza di 21 metri.
La proiezione delle curve così generate in piani di intersezioni con i punti di vertice e tracce rettilinee proiettate a terra fece sì che si sviluppasse un controllo "parametrico" della forma per la successiva fase realizzativa; si proseguì con l'utilizzo del raggio delle curve per la creazione di profili connessi tra loro e dei "loft" in 8 differenti traiettorie diagonali per creare le superfici variabili interconnesse.
Questo complesso sistema geometrico portò allo sviluppo di una forma che aveva una grande e continua spazialità arricchita da una forte innovazione espressiva, primo vagito di un nascente campo di indagini architettoniche che tanto si svilupperà negli anni successivi raggiungendo il suo apice a cavallo tra ultimi anni del XX e primi anni del XXI secolo.

0 Comments:

 

blogger templates 3 columns | Make Money Online